Una rinnovata voglia di viaggiare contraddistingue l’estate 2022. Sono 28,6 milioni gli italiani che tra giugno e settembre hanno trascorso almeno una notte fuori casa. L’85% ha scelto l’Italia, privilegiando Puglia (13%), Sicilia (10%) e Toscana (9%). Il 12% ha invece viaggiato in Europa, con Spagna, Francia e Grecia le mete più gettonate.
I viaggi sono stati poi organizzati almeno un mese prima della partenza da due traveller su 3, mentre il 35% ha puntato su opzioni last minute. Chi non è partito lo ha fatto per motivi economici (50%): per una situazione economica non favorevole (55%), o per risparmiare (45%). Il 28% si è comunque concesso gite in giornata ed escursioni.
È quanto emerge dall’Osservatorio sul Turismo Nomisma-Unicredit.

Mete più gettonate e ragioni per cui si parte

Le mete predilette sono state quelle marine (59%), seguite da montagna (12%), grandi città d’arte (9%), borghi a vocazione culturale (6%), o paesaggistica (6%).  Per gli italiani le vacanze estive si sono confermate un’occasione per stare con la famiglia (59%) o con gli amici (17%), ma anche un pretesto per dedicare momenti a sé stessi (16%) o stringere nuove amicizie (6%).
Le vacanze 2022 sono state all’insegna del relax per il 62% dei viaggiatori, che per descrivere le vacanze evocano il contatto con la natura (46%), i piaceri legati all’enogastronomia locale (39%), la cultura (23%) e il divertimento (13%). 

Cosa piace della struttura ricettiva

Delle località visitate gli italiani hanno apprezzato soprattutto l’offerta enogastronomica (24%), l’attenzione dedicata ad ambiente e sostenibilità (24%), l’offerta culturale (19%), e l’attenzione degli operatori verso le esigenze del turista (19%).  A incidere sulla soddisfazione per la struttura ricettiva sono state soprattutto cortesia e competenza dello staff (67%), e la presenza di una connessione veloce (53%).  Feedback positivi poi per la posizione strategica rispetto a luoghi di interesse (61%) e le condizioni e lo stato della struttura (60%). 
Inoltre, 1 ospite su 4, ha apprezzato la proposta di gite e escursioni, il 24% la qualità del servizio ristorazione, e il 22% la presenza di menu in grado di rispondere a esigenze e stili alimentari.

Le difficoltà degli operatori

Il 67% degli albergatori denuncia criticità nello svolgimento della propria attività, e il 6% pensa di non riuscire a garantire l’apertura nel corso del 2023. Inflazione e interruzioni nelle catene di approvvigionamento i principali ostacoli: il 90% degli operatori lamenta l’aumento dei costi legati all’energia, il 70% l’incremento dei prezzi, il 20% difficoltà nel reperire materie prime e il 18% ritardi nelle consegne. A questo si aggiungono una minore capacità di spesa da parte dei turisti (56%) e una domanda ancora sotto i livelli pre-pandemici. Inoltre, il 39% fatica a reperire personale, mentre il 27% sottolinea l’incremento del costo del lavoro. L’81% però sta già adottando strategie per gestire le difficoltà: innalzando i prezzi di camere (75%) e servizi (43%) o riducendo i mesi di apertura (34%).