Categoria: Gold Business

Bilanci di sostenibilità: perchè gli investitori non si fidano?

Nati negli ultimi vent’anni per far conoscere l’impegno delle aziende su temi quali ambiente, impegno sociale e governance aziendale, i bilanci di sostenibilità cadono sempre più sotto la scure del sospetto. Quello di essere in realtà operazioni di greenwashing.
Secondo il rapporto Global Investor Survey stilato da PwC il 94% degli investitori non si fida dei Bilanci di sostenibilità, poiché sospetta si tratti di un ecologismo di facciata che nasconda l’ impatto negativo delle proprie attività.

Il 76% degli investitori, prima di valutare un investimento, vorrebbe quindi una migliore rendicontazione dei costi reali sostenuti dalle aziende per rispettare gli impegni di sostenibilità.

Nel 2023 le chiusure dei fondi EG superano le aperture

Il sospetto di essere sostanzialmente in cattiva fede non nuoce solo alla reputazione dell’organizzazione, ma ha impatti diretti sul mondo finanziario. Non a caso, segnala il New York Times, in Usa il 2023 è stato l’anno peggiore per gli investimenti nei fondi sostenibili (-13 miliardi di dollari), e le chiusure (16) dei fondi EG sostenibili hanno superato le aperture (7). Stesso trend nel mercato europeo, secondo il report Esma Trv Risk Monitor pubblicato a gennaio. Un bel problema per le imprese, che vedono quello che dovrebbe essere uno strumento importante per comunicare i propri valori e iniziative trasformarsi in un boomerang.

In pratica, chi compra dall’azienda azioni, fondi o prodotti, parte dall’idea che non sia stata trasparente, abbia ingigantito il proprio impegno, o addirittura abbia mentito.

Un rendiconto su attività e risultati in ambito ESG

La redazione del Bilancio di sostenibilità è stata introdotta nel 2001 dall’Unione Europea su base volontaria.
Anche se si chiama ‘bilancio’, quello di sostenibilità non ha carattere finanziario, ma contiene le attività, i risultati e i valori su cui l’impresa (o un ente) agisce e si riconosce e che hanno un impatto positivo su tre dimensioni, economica, ambientale e sociale (ESG).

Il tutto quasi sempre in un’ottica di medio e lungo periodo e in modo integrato, perché i tre fattori ESG, anche se rendicontati in modo separato, si intrecciano l’uno con l’altro.
L’obiettivo del report è proprio quello di comunicare dettagliatamente i propri valori e il proprio impegno nell’ampio ambito della CSR (Corporate Social Responsability) a tutti gli interessati, che possono andare dai fornitori agli azionisti, dai cittadini agli investitori, dai clienti ai media.

Come minimizzare il rischio di essere accusati di greenwashing?

Cosa accade se i bilanci vengono giudicati falsi? Che gli investitori fuggono dall’investimento e i consumatori non comprano i prodotti e i servizi dell’azienda. Entrambe, eventualità da scongiurare.

In aiuto degli imprenditori viene un decalogo stilato da ARB S.B.P.A., società benefit per azioni impegnata nella creazione di progetti ad alto valore scientifico, seguendo il quale si può minimizzare il rischio di essere accusati di greenwashing. Ovviamente, come riporta Adnkronos, se alla base non si sta effettivamente facendo greenwashing.
E tenendo bene a mente le linee guida e gli standard di rendicontazione, soprattutto i più diffusi, quelli predisposti da Global Reporting Initiative (GRI).

Immobiliare, Monza Brianza e Lodi trainano il mercato

Le rilevazioni sui prezzi degli immobili nel secondo semestre del 2023 indicano un rallentamento delle transazioni nei territori di Milano, Monza Brianza e Lodi. Questa situazione è attribuibile all’incremento dei tassi di interesse e alle maggiori difficoltà nell’ottenere mutui e finanziamenti. La conseguenza, infatti, è un mercato più attendista, con domanda e offerta che fanno fatica ad incontrarsi e quindi con tempi delle compravendite più lunghi.

È il quadro che emerge dall’ultima Rilevazione dei prezzi del mercato immobiliare condotta dalla Commissione Immobili della Camera di commercio di Milano Monza Brianza Lodi. 

Crescono di più i prezzi medi a Monza e Lodi che a Milano 

L’analisi evidenzia un aumento dell’1% a Milano nel settore residenziale rispetto al primo semestre 2023. Monza e Lodi registrano un aumento più significativo del 2%, con incrementi specifici nelle diverse zone, come il +2% nella zona sud di Milano, +4% nel quadrante est di Monza, e +4% nella periferia di Lodi.

I prezzi medi per gli appartamenti nuovi a Milano toccano i 6.400 €/mq, con variazioni contenute e valori massimi di 11.671 €/mq nel centro e 4.712 €/mq nella zona sud. A Monza città, il prezzo medio per il nuovo si attesta a 3.228 €/mq, con crescita del 4% nella zona est. A Lodi, si registra una crescita del 2% nel prezzo medio di acquisto del nuovo, con una performance significativa nella periferia a 2.164 €/mq e prezzi medi di 3.075 €/mq nel centro città.

Difficile il match tra domanda e offerta

Marco Zanardi, Vicepresidente della Commissione Immobili, osserva che il mercato sta attraversando un momento di riflessione, con una certa discrepanza fra domanda e offerta. Fanno fatica a incontrarsi le aspettative dei proprietari – che si basano sui valori del 2022 – e quelle dei potenziali acquirenti, che invece sono orientate al ribasso come previsto nel 2024. E’ questa una delle principali ragioni dell’allungamento dei tempi delle compravendite.

Però, e questa è una notizia positiva per il settore, la prevista diminuzione dei tassi nella seconda metà del 2024 potrebbe portare a una ripresa degli investimenti. Nell’attesa, si osserva uno spostamento verso la locazione da parte di coloro che non soddisfano gli standard richiesti dalle banche. 

L’appeal delle nuove costruzioni in classe A

Si nota un crescente interesse per le nuove costruzioni con standard energetici elevati, che garantiscono minori spese di gestione. Un altro trend è il desiderio di disporre di metrature più ampie, con spazi destinati allo smart working.

Infine, una tendenza singolare è quella definita della “seconda prima casa”. Si tratta del fenomeno che vede un crescente interesse per immobili al di fuori della città, in località solitamente dedicate alla villeggiatura, ma da adibire a residenza per periodi più lunghi. E qui Monza e Lodi vincono facile, grazie a costi più contenuti, a una migliore qualità di vita e ottimi collegamenti con Milano.

Meta: basta con i consigli politici su Instagram e Threads

Meta non raccomanderà più contenuti politici ai propri utenti su Instagram o Threads. Lo ha affermato il ‘capo’ di Instagram, Adam Mosseri. Lo stesso ha riferito che gli utenti continueranno a vedere i contenuti politici pubblicati dagli account che seguono, ma le app di Meta non “amplificheranno attivamente” tali post.

Il cambiamento, che verrà implementato “nelle prossime settimane”, si applicherà agli account pubblici nei luoghi in cui gli algoritmi di raccomandazione di Meta suggeriscono contenuti o post, come i Reels ed Explore di Instagram, o gli utenti suggeriti su Threads.

L’aggiornamento non influenzerà il modo in cui si vedono i post

Mosseri però non ha fornito dettagli su come Meta determinerà cosa viene considerato come contenuto ‘politico’, ma un portavoce della società ha riferito che il sistema includerà argomenti legati alle elezioni politiche e alle questioni sociali.

Mentre Meta limiterà per impostazione predefinita i suggerimenti relativi a questi argomenti, coloro che desiderano vedere tali contenuti potranno comunque scegliere di attivarli tramite le impostazioni di Instagram e Threads. L’azienda ha dichiarato che l’aggiornamento non influenzerà il modo in cui le persone vedono i post degli account che hanno scelto di seguire.
In altri termini, se si è scelto di seguire una pagina politica, naturalmente si continueranno a ricevere aggiornamenti da questi ultimi.

Scoraggiare le discussioni di argomenti potenzialmente problematici

“Il nostro obiettivo è preservare la possibilità per le persone di scegliere di interagire con contenuti politici, rispettando al contempo il livello di interesse di ciascuna persona”, ha spiegato Adam Mosseri.
Il cambiamento riflette il modo in cui Meta sta cercando di scoraggiare gli utenti di Threads a discutere di argomenti che ritiene potenzialmente problematici.

L’azienda già blocca argomenti ‘potenzialmente sensibili’ dai risultati di ricerca in Threads, tra cui i termini legati al vaccino e al Covid.
Mosseri ha anche affermato che Meta non vuole “incoraggiare” gli utenti a pubblicare “politica e notizie difficili” all’interno dell’app.

Possibili reazioni negative tra gli utenti e i creators

Tuttavia, il cambiamento potrebbe anche provocare una nuova reazione negativa tra gli utenti e i creators, alcuni dei quali ritengono già che Meta sopprima ingiustamente determinati tipi di contenuti.
Meta ha comunque dichiarato che le persone con account ‘professionali’ su Instagram possono utilizzare la funzione ‘Stato dell’account’ per verificare se i loro post sono attualmente considerati idonei per le raccomandazioni, riferisce macitynet.

Da ‘Stato account’, possono infatti modificare o rimuovere post recenti, richiedere una revisione se non sono d’accordo con la decisione di Meta o interrompere la pubblicazione di questo tipo di contenuto per un periodo di tempo, per poter essere nuovamente consigliati.
Gli utenti che vogliono ancora vedere questo tipo di contenuti politici tra i consigli di Threads o su Instagram, si legge su Digitrend.it, devono esplicitamente selezionare di volerlo fare. “Questo controllo – spiegano da Meta – verrà implementato anche su Facebook in un secondo momento”.

L’economia rallenta, ma siamo il paese che dopo il Covid cresce di più in Europa

Turismo, manifattura, consumi delle famiglie, investimenti ed export hanno sostenuto la ripresa, la più ‘brillante’ tra i principali Paesi dell’Eurozona.
Tra il 2019 e il 2023 l’Italia ha segnato infatti una variazione del Pil del +3%, contro il +2,33% della Spagna, il +1,83% della Francia e il +0,73% della Germania. 

Un trend positivo che a ottobre 2023 ha spinto il tasso di occupazione a toccare il 61,83%, tanto che oggi in Italia si contano quasi 23,7 milioni di addetti, un record mai raggiunto in precedenza.
Lo afferma l’Ufficio studi della CGIA. Nonostante il rallentamento dell’economia in questo ultimo anno e mezzo l’Italia ha superato meglio dei suoi principali competitor europei gli effetti negativi provocati da crisi pandemica, caro energia e crescita esponenziale dei tassi di interesse.

L’Italia ha anestetizzato le crisi

Povertà, disoccupazione femminile, lavoro nero, tasse, burocrazia, evasione, inefficienza della PA e debito pubblico però continuano ad affliggere l’Italia e a frenare la crescita.

Nonostante le chiusure delle attività, i divieti alla mobilità e la contrazione dei consumi provocata dal Covid nel biennio 2020-2021, l’aumento dei costi delle bollette di luce e gas e l’impennata dei tassi di interesse determinata dalla Bce, le misure economiche/sociali messe in campo dagli ultimi esecutivi hanno sortito l’effetto sperato. Ovvero, hanno evitato una crisi sociale e garantito una ripresa dell’economia che nessuno prevedeva. O quasi. 

Aiuti per 270 miliardi di euro

Tra contributi a fondo perduto, ristori, indennizzi, misure di sostegno al reddito, crediti di imposta, tra il 2020 e il 2022 i governi hanno messo a disposizione di famiglie e imprese 180 miliardi di euro. Per mitigare il caro bollette, invece, sono stati erogati altri 90 miliardi di euro.
Complessivamente, quindi, sono stati stanziati oltre 270 miliardi, che hanno ‘anestetizzato’ gli effetti negativi provocati da pandemia e caro energia.

Certo, non sempre questi soldi sono stati spesi bene o sono finiti nelle tasche di chi ne aveva più bisogno.
Inoltre, l’incremento della spesa ha contribuito ad aumentare decisamente il nostro debito pubblico, che rimane tra i più alti al mondo.
Tuttavia, sono risorse erogate per non far collassare l’economia, e il risultato è stato raggiunto. 

Previsioni per il 2024: +0,7%

Tra i 20 paesi dell’Area dell’euro, quelli demograficamente più piccoli hanno registrato le crescite più elevate. Rispetto al periodo pre-Covid, infatti, l’Irlanda è cresciuta del 33,1%, Malta +14,4%, Cipro +14,2%, Croazia +13,4%, Lituania +8,3% e Slovenia +7,7%.
Di contro, i paesi più importanti hanno registrato variazioni nettamente inferiori, e se l’Italia ha segnato un +3% la media europea è stata del +3,5%.

Nel 2023 la previsione di crescita del nostro Paese dovrebbe essere del +0,7%, dato nettamente inferiore al +2,4% stimato per la Spagna e leggermente più contenuto rispetto al +1% in capo alla Francia. La Germania, invece, con una variazione del -0,3% rispetto al 2022 rimane in recessione.

Black Friday 2023: non basta a risollevare il mercato Tech

Negli ultimi anni le promozioni si sono moltiplicate e la settimana del Black Friday, pur mantenendo la centralità nel fatturato delle categorie Tech, non è più un appuntamento unico per i consumatori che vogliono fare buoni affari.
Di fatto, nella settimana del Black Friday 2023 le rilevazioni effettuate da GfK sul Panel Weekly per le categorie più importanti del mercato della Tecnologia di Consumo mostrano un calo del fatturato.

Per TV, PC, Smartphone, Tablet, Wearable, Frigoriferi, Lavatrici, Aspirapolvere, Stampanti, e altri prodotti tech dal 20 al 26 novembre 2023 è stato generato un controvalore pari a 438 milioni di euro. In calo del -11% rispetto al Black Friday 2022.
La settimana del Black Friday rimane comunque la più importante del 2023 per giro d’affari. Rispetto al fatturato della settimana media riferita all’ultimo anno, l’incremento è del +117%. E il confronto è positivo anche rispetto alla settimana precedente. In questo caso la crescita è del +47% a valore.

La domanda rallenta (non solo) per effetto saturazione

In linea con il resto dell’anno, anche la settimana del Black Friday ha fatto registrare un trend negativo rispetto allo stesso periodo del 2022.
Ma anche le settimane precedenti al Black Friday sono state negative, e il mese di novembre, solitamente molto importante per il settore, non sembra essere stato in grado di risollevarne le sorti.

Dopo la crescita record degli anni della pandemia, e un 2022 leggermente negativo (-2,3%), dall’inizio del 2023 il settore della Tecnologia di Consumo sta vivendo un rallentamento della domanda.
Le ragioni sono da ricercarsi nell’effetto saturazione registrato da alcuni settori cresciuti molto negli scorsi anni, e nelle preoccupazioni dei consumatori legate al carovita e alle crisi internazionali.

Performance negative per tutti (i comparti)

Il trend negativo ha riguardato sia i punti vendita tradizionali (-12%) sia il canale online (-10%), anche se durante la settimana del Black Friday, le vendite tramite internet hanno contribuito al 38% del fatturato totale.

Tutti i comparti registrano performance negative rispetto al Black Friday 2022, ma quelli che hanno sofferto meno sono stati l’Home Comfort (-2%), il Grande Elettrodomestico (-3%), il Piccolo Elettrodomestico (-4%) e il Telecom (-4%). La decrescita più notevole è stata invece quella dell’IT&Office (-21%) e dell’Elettronica di Consumo (-25%).

Cala anche l’impatto delle attività promozionali

Guardando alle tre categorie più importanti in termini di fatturato, in leggero calo gli Smartphone (-2%), mentre registrano trend decisamente negativi rispetto allo scorso anno i PC Portatili (-24%) e le TV (-26%).
Gli unici prodotti che segnano una crescita rispetto al Black Friday 2022 sono le Lavastoviglie (+12%) e le Stampanti Multifunzione (+3%).

L’impatto delle attività promozionali nella settimana del Black Friday è calato rispetto agli ultimi anni, e si assesta al 38% dei volumi venduti con una riduzione di prezzo di almeno il 10%. I Mediatablets sono stati il prodotto con la percentuale più alta di vendite promozionali (54%).

Natale: cercasi oltre 4.000 profili da inserire…“sotto l’albero”

Sono oltre 4.000 i profili ricercati da Gi Group, prima agenzia italiana per il lavoro, da inserire in diversi ambiti durante il periodo natalizio. Si tratta di opportunità che riguardano molto settori, dalla logistica alla grande distribuzione organizzata, da retail, horeca e fast moving consumer goods all’ambito customer care.

Le posizioni si rivolgono a un ventaglio molto ampio di candidati e candidate: giovani che stanno muovendo i primi passi nel mondo del lavoro, universitari che vogliono sfruttare il periodo di pausa dalle lezioni per fare esperienza, ma anche lavoratori con esperienza alla ricerca di nuove opportunità.

Logistica: tante proposte anche per chi non ha esperienza

Per il settore logistica, ad esempio, sono 2.300 gli inserimenti previsti per i ruoli di magazziniere, carrellista, pickerista, autista, preparatore merce e impiegato di magazzino.
Le proposte si rivolgono sia a profili senza esperienza pregressa sia a figure esperte. Si richiede disponibilità part-time, full-time e nei weekend.

Per la grande distribuzione organizzata sono invece più di 600 le posizioni aperte, come scaffalista, addetto/a ai banchi specializzati (gastronomia, macelleria, pescheria e forno) e cassiere. Ci si rivolge sia a coloro che non hanno esperienza o a chi ha un percorso professionale già avviato. È richiesta disponibilità part-time, full-time e nei weekend.

Retail: cercasi 600 profili

Ulteriori opportunità arrivano anche dal settore retail, per il quale Gi Group sta cercando 600 profili come addetto vendita e allestimento, e dal settore horeca con 350 profili da inserire come addetto alla ristorazione, cameriere, barista, cuoco, commis di cucina e pizzaiolo.

Per gli inserimenti in ambito horeca è gradita l’esperienza nel settore e la disponibilità a lavorare anche nei giorni festivi e nel fine settimana. Nel mondo fast moving consumer goods sono invece 200 le posizioni aperte come operaio alimentare, tutte rivolte a profili con esperienza pregressa in contesti produttivi o di magazzino, e si richiede disponibilità a lavorare su turni anche notturni.

Le offerte interessano tutto il territorio nazionale

Si registra poi un elevato livello di richieste per il settore customer care, con 400 figure richieste da inserire come addetto customer service inbound e outbound.
Le posizioni disponibili sono rivolte a candidati con esperienza pregressa, persone in cerca di nuove opportunità così che intendono entrare per la prima volta nel mondo del lavoro. Si richiede l’utilizzo di sistemi informatici e la disponibilità part-time e su turni.

Le offerte interessano tutto il territorio nazionale. Per il settore Logistica, in particolare, Lombardia, Piemonte, provincia di Piacenza e di Chieti.
Per il settore Fmcg la ricerca si svolge principalmente in Veneto e Piemonte., mentre il customer care concentra la domanda in Lombardia, Piemonte, Campania, Lazio, Puglia, Calabria, Sardegna, Liguria ed Emilia-Romagna.

Qual è l’impatto dell’e-commerce sui negozi di vicinato?

La crescita dell’e-commerce, che attualmente rappresenta il 12% del mercato, non è strettamente correlata alla perdita di posti di lavoro nel settore tradizionale. Anzi, l’e-commerce ha spinto i negozi tradizionali a reinventarsi. È quanto emerge dallo studio della Fondazione De Gasperi, realizzato in collaborazione con Amazon e presentato a Roma.

Il rinnovamento dei punti vendita tradizionali 

Secondo il 71% dei consumatori, i negozi di vicinato che hanno adottato l’e-commerce hanno migliorato i loro servizi grazie alla vendita online. Inoltre, il 60% dei clienti apprezza la possibilità di utilizzare i negozi locali come punti di consegna. Il cambiamento principale è che ora sono le merci a raggiungere gli individui anziché il contrario.

Multicanalità: un nuovo modo di operare

Le aziende stanno adottando una strategia di multicanalità, combinando canali fisici e digitali. Nonostante l’e-commerce stia crescendo, non sembra esserci un legame diretto tra questa crescita e la perdita di posti di lavoro nelle attività tradizionali.

Le dinamiche occupazionali mostrano un trend positivo negli ultimi 10 anni, nonostante la diffusione dell’e-commerce. Il settore commerciale ha continuato a crescere, e l’e-commerce stesso può rappresentare un’opportunità.

L’e-commerce come opportunità

L’e-commerce permette di ottimizzare i processi distributivi e ridurre gli spostamenti a vuoto, migliorando la sostenibilità ambientale del settore commerciale.

L’e-commerce può essere un trampolino di lancio per le piccole imprese italiane. Può aprire nuovi mercati e favorire l’export dei prodotti italiani all’estero.

Rafforzare le competenze e la tecnologia

È fondamentale rafforzare le competenze e la tecnologia delle attività commerciali, favorendo l’integrazione tra mezzi digitali e tradizionali per contrastare la desertificazione commerciale.

Le associazioni di categoria devono supportare attivamente i propri membri nella trasformazione digitale, sfruttando gli strumenti tecnologici per creare un servizio personalizzato e di qualità.

Le sfide dell’acquirente 3.0

L’evoluzione nel commercio è inevitabile, e gli attori pubblici e privati devono unire le forze per fronteggiare le sfide, sostenendo lo sviluppo delle piccole e medie imprese.

In conclusione, l’e-commerce sta cambiando il panorama commerciale italiano, ma offre anche nuove opportunità per le imprese e i negozi tradizionali che sanno adattarsi a questa evoluzione. La chiave è la trasformazione digitale e l’integrazione tra canali fisici e digitali.

Guida completa alla scelta degli arredi per la tua attività commerciale

Se stai cercando di arredare la tua attività commerciale con mobili nuovi, abbiamo diverse idee che certamente troverai interessanti.

La scelta dei mobili giusti infatti, può fare la differenza nella percezione della tua attività da parte dei clienti e nel comfort generale che l’ambiente è in grado di offrire.

Ecco di seguito quali sono le scelte a disposizione per gli arredi di una attività commerciale ed i nostri consigli utili per aiutarti nella scelta.

Mobili in legno: eleganti e durevoli

 I mobili in legno sono una scelta ampiamente adoperata (soprattutto in passato) per tantissime attività commerciali, grazie alla loro eleganza e durata garantita nel tempo.

Il legno è infatti un materiale resistente e solido, che può durare anche molti anni se riceve la giusta attenzione.

I mobili in legno possono inoltre facilmente adattarsi alle esigenze specifiche di un’attività commerciale, grazie ad esempio alla presenza di ripiani e cassetti.

Di solito per quanto riguarda i mobili in legno si preferiscono:

  • Tavoli e sedie per ristoranti e bar
  • Scrivanie e mensole per uffici
  • Armadi e scaffali per negozi e magazzini
  • Divani e poltrone per sale d’attesa e reception

Mobili in acciaio: pratici e resistenti

 I mobili in acciao sono un’altra soluzione spesso adoperata dalle attività commerciali. L’acciaio è infatti un materiale resistente e facile da pulire, che può resistere a usura e graffi.

I mobili in acciaio sono spesso leggeri e facili da spostare, il che li rende una scelta ideale per gli ambienti in cui è necessario spostare i mobili con frequenza.

Ad ogni modo, i mobili in acciaio perdono un po’ in estetica dato che il metallo non è in grado di trasmettere quel calore e senso di comfort che altri materiali riescono ad infondere nei clienti.

Per quel che riguarda i mobili in acciaio di solito troviamo:

  • Tavoli e sedie per ristoranti e bar
  • Scaffali e armadi per negozi e magazzini
  • Schedari e armadietti per uffici
  • Sedie impilabili per sale riunioni e conferenze

Mobili in plastica: economici e versatili

 I mobili in plastica sono una risorsa economica e versatile per determinate attività commerciali.

La plastica è certamente un materiale leggero e resistente, che può essere facilmente pulito e disinfettato, ad ogni modo l’impatto estetico non è dei migliori.

Per questo motivo ci si limita a scegliere solo piccoli arredi per quel che riguarda questo materiale, e solo per piccole attività di ristorazione o uffici chiusi al pubblico.

Alcune idee per i mobili in plastica sono:

  • Sedie e tavoli per ristoranti e bar
  • Scaffali per magazzini e negozi
  • Mobili per esterni come sedie e tavoli da giardino

Mobili in cartone: resistenti, ecosostenibili e personalizzabili

 I mobili in cartone sono una soluzione innovativa e sostenibile per le attività commerciali di ogni settore.

Realizzati con materiali riciclati, i mobili in cartone sono resistenti e durevoli, nonostante il loro aspetto leggero e delicato.

Inoltre, essendo prodotti con materiali ecologici e riciclabili, i mobili in cartone sono una scelta ideale per tutte quelle attività commerciali che vogliono dimostrare una forte attenzione per l’ambiente.

Tra l’altro i mobili in cartone sono anche facili da personalizzare, ad esempio con l’aggiunta del logo dell’attività.

Considerazioni da fare nella scelta degli arredi

 Oltre alla scelta del materiale, ci sono alcune altre considerazioni da fare nella scelta dei mobili per la tua attività commerciale.

Su tutte lo stile, in quanto gli arredi dovrebbero riflettere lo stile e l’immagine dell’attività commerciale. Ad esempio, se parliamo di un ristorante elegante, i mobili dovrebbero essere eleganti e sofisticati.

Allo stile bisogna cercare di coniugare la funzionalità, in quanto i mobili dovrebbero essere funzionali e adatti all’uso previsto. Nel caso di sedie per ristoranti ad esempio, queste dovrebbero essere comode e facili da pulire.

Chiaramente va sempre tenuto a mente il budget a disposizione, ma questo non dovrebbe essere l’unico fattore in assoluto. Ricorda infatti che spesso è possibile trovare degli ottimi compromessi tra prezzo e qualità.

Conclusioni

La scelta dei mobili per la tua attività commerciale è un aspetto importante che può influenzare l’esperienza dei clienti ed il modo in cui essi percepiscono il tuo brand.

Le soluzioni a disposizione sono tante, inclusi i mobili in cartone che rappresentano una scelta innovativa e sostenibile, pur essendo prodotti con materiali ecologici e riciclabili.

Come regola generale, ricorda sempre di scegliere arredi di buona qualità che riflettano l’immagine della tua attività e che offrano comfort e benessere ai tuoi clienti.

Guida alla scelta di una vasca idromassaggio all’esterno: crea il tuo angolo di paradiso in giardino

Stai pensando di acquistare una vasca idromassaggio per il tuo giardino? Ottima idea, sei sulla strada giusta per creare il tuo angolo di paradiso all’aperto.

Una vasca idromassaggio all’esterno può infatti offrire un’esperienza rilassante e terapeutica, oltre che rendere ancora più attraente e accattivante lo spazio esterno.

Certo, sul mercato sono disponibili tantissimi modelli e per questo può essere difficile scegliere quella giusta per te; per questo di seguito ti offriremo alcuni consigli pratici per aiutarti a fare la scelta giusta.

Dimensioni e posizione della vasca idromassaggio

 Prima di tutto, è importante scegliere le dimensioni e la posizione giusta per la tua nuova vasca idromassaggio da esterno.

Ne esistono di diverse dimensioni, quindi assicurati di scegliere quella che meglio si adatta allo spazio disponibile nel punto individuato.

Inoltre, considera bene la posizione esatta della vasca tenendo a mente la privacy. Vuoi posizionarla in una zona privata e nascosta del tuo giardino o in un’area più visibile e accessibile?

Assicurati per questo di scegliere un luogo che sia facilmente accessibile e che fornisca la giusta privacy, così da non avere dei ripensamenti in seguito.

Materiali e design

 Le piscine jacuzzi da esterno possono essere realizzate in vari materiali, ma in prevalenza in commercio troviamo modelli in acrilico e vetroresina che offrono solidità e impermeabilità.

Assicurati comunque di scegliere un materiale che sia piacevole al tatto e resistente agli agenti atmosferici.

Considera inoltre il design della tua nuova vasca idromassaggio: vuoi un design moderno o tradizionale?

Vuoi che la vasca si integri perfettamente con il tuo giardino e dunque l’ambiente circostante o vuoi che si differenzi da tutto il resto?

Sono aspetti che devi valutare bene e in anticipo, così da avere tempo di individuare il modello che più si adatta alle tue necessità pratiche ed estetiche.

Numero di getti e optional

 Il numero di getti e gli optional sono fattori importanti da considerare quando si sceglie una vasca idromassaggio. Più getti ci sono, maggiori saranno le soluzioni di massaggio disponibili.

Potresti infatti desiderare non soltanto il classico massaggio alla schiena ma anche quello ai piedi o alla zona cervicale, ad esempio.

Inoltre, alcune vasche idromassaggio presentano degli interessanti optional come la cromoterapia, connettività Bluetooth per la musica e schienale regolabile. Considera quali funzionalità e optional sono importanti per te e scegli di consenguenza una vasca idromassaggio adatta.

Sistema di riscaldamento e filtraggio

 Un sistema di riscaldamento e filtraggio efficiente è essenziale per mantenere la tua vasca idromassaggio in buone condizioni.

Assicurati di scegliere un modello con un sistema di riscaldamento che sia in grado di mantenere costante la temperatura dell’acqua e un sistema di filtraggio che sia in grado di rimuovere le impurità.

Costi e manutenzione

 Chiaramente, tieni a mente il tuo budget quando scegli la nuova vasca idromassaggio. Il prezzo può variare notevolmente a seconda delle dimensioni, dei materiali, delle funzionalità e degli optional.

Puoi trovare in commercio delle belle vasche idromassaggio da esterni ricche di optional anche senza sforare il tuo budget.

Per quel che riguarda la manutenzione, le vasche idromassaggio hanno bisogno soltanto della periodica pulizia dei filtri e della sostituzione dell’acqua, soprattutto se ricca di calcare.

Conclusioni

 Acquistare una vasca idromassaggio da esterni per il tuo giardino è davvero un’ottima idea, nonché il desierio di tantissime persone.

Ricorda di valutare tutti i fattori di cui abbiamo parlato in questo articolo, inclusi gli optional ed i consigli per la manutenzione, per essere in grado di scegliere la vasca idromassaggio giusta per te e di creare il tuo angolo di paradiso in giardino.

Il mercato immobiliare in Italia fra criticità e incertezze

Il protrarsi degli eventi bellici e la severità delle misure di politica monetaria della BCE delineano un quadro tutt’altro favorevole per il mercato immobiliare italiano. Il percorso di normalizzazione sarà lungo, con il rischio che la mancata indicizzazione dei salari penalizzi il potere di acquisto delle famiglie, allargando la fascia di esclusione. Ma per 8 italiani su 10 il mattone resti il porto sicuro. Da qui l’importanza di diversificare asset patrimoniali con asset finanziari. È quanto emerge dalla ricerca Cedola vs mattone: dove va la vera redditività? E come si distribuisce il patrimonio delle famiglie italiane? realizzata da Nomisma per conto di T. Rowe Price.

Un investimento (ancora) conveniente

Per il 48% degli intervistati l’acquisto di una casa è sempre un investimento conveniente, e per il 39% le rendite da immobili garantiscano sempre un ritorno economico sicuro. D’altronde, secondo la Banca d’Italia, il 53% della ricchezza netta di una famiglia media italiana è immobiliare/abitativa: il 70,5% degli italiani possiede la prima casa e il 13,5% almeno una seconda. La casa, sia la propria abitazione o venga messa a reddito, non va pensata come un bene a sé stante, ma come parte di un patrimonio finanziario. Questo vale anche per la prima casa, che di fatto è una scelta di investimento di lungo periodo.

Rischi e costi di acquistare casa

Che si tratti di prima o seconda casa, un immobile è però esposto a rischi e a costi da non sottovalutare, come l’eventuale reintroduzione della tassa di successione anche in Italia. Inoltre, l’immobiliare resta un investimento non immediatamente liquidabile, ed è esposto al ‘rischio tassi di interesse’ nel caso l’acquisto venga effettuato tramite mutuo. Per un immobile di proprietà, oltre ai tempi di liquidazione, c’è il problema della valutazione, che avviene solo al momento della compravendita, oltre a vari costi (IMU seconda casa, imposta di registro, costi di intermediazione e notarili). Sulla locazione gravano invece i rischi legati all’elevata morosità (ogni anno il 50% delle locazioni non viene onorato con regolarità) e all’impossibilità di prevedere le spese straordinarie.

Sinergia con il mercato mobiliare

Negli ultimi dieci anni solo la piazza di Milano ha visto crescere il settore. Lo stesso non si può dire di altre città come Roma e Napoli, che pur in recupero, restano lontane dalle quotazioni del 2012.
“Per investire con soddisfazione nell’immobiliare occorre acquistare nei grandi centri economici che crescono, o nelle città d’arte, perché tutto il resto è esposto a rischi, non ultimo quello demografico – spiega Luca Dondi Dall’Orologio, AD Nomisma -. Occorre comprare in aree dove l’immobile è un bene scarso. Milano è una città che cresce 4-5 volte rispetto a quanto cresce l’Italia e che attira investimenti esteri, tenendo alte le quotazioni”.  Alla luce dei dati emersi nella ricerca, gli esperti consigliano quindi l’opportunità di considerare nuove sinergie fra asset immobiliari e finanziari, onde evitare o contenere i rischi connessi ‘al mattone’.