Tra le ritrovate passioni degli italiani c’è anche quella per i giochi da tavolo, i cari, vecchi giochi analogici che hanno fatto divertire intere generazioni. Che siano di ruolo, di carte, di miniature o gli evergreen con il tabellone, questa tipologia di giochi “non virtuale” ha visto una crescita del 30% negli ultimi due anni. Tra i motivi di questo exploit c’è sicuramente la pandemia, che ha costretto tantissime persone a trascorrere il proprio tempo libero a casa. E così, per divertirsi in modo sano, si è ricominciato a giocare. Le stime di settore, riferisce Ansa, parlano di un tasso di crescita composto annuo pari al +13% da qui al 2025 (secondo il Global Board Games Market Report 2021), anno in cui il mercato mondiale raggiungerà i 21,65 miliardi di dollari.

Il mercato in Italia

Il mercato dei giochi da tavolo nel nostro Paese ha un valore stimato di 100 milioni di euro ed è in continua ascesa con una proposta di 800 nuovi titoli l’anno, sintomo di grande vivacità di un settore. Proprio a questo comparto è dedicato una vera e propria kermesse, Play – Festival del Gioco, che va in scena nel quartiere fieristico di Modena raccogliendo più di 150 espositori, sessanta associazioni coinvolte, una cinquantina di ospiti tra cui star internazionali del gioco da tavolo, 2.500 tavoli pronti per giocare, 7.000 sedie, migliaia di titoli tra grandi classici, ultime novità e anteprime mondiali, incontri e convegni sul ruolo fondamentale del gioco nella nostra vita, più di 300 eventi in programma con grandi ospiti.

Chi compra i giochi da tavolo

Come riferiscono gli studi su questo mercato, la maggioranza degli acquirenti oggi sono di età compresa tra 25 e 39 anni, quindi la generazione dei Millennials, ovvero i nati tra il 1981 e il 1996. E nella top ten delle loro preferenze accanto ai classici intramontabili si affiancano i più recenti Dixit, Ticket to Ride, Dobble ed Exploding Kittens (tutti di Asmodee, casa editrice francese); ma popolari sono anche La casa di carta – Escape Game (di MS Edizioni), Coco Rido 2 – la Vendemmia (sempre di Asmodee), Puerto Rico e Disney Villainous (entrambi di Ravensburger), Carcassonne, I coloni di Catan (Giochi Uniti), Bang! (DV Giochi). Ciò che distingue questi giochi più recenti da quelli della generazione dei boomer sono la velocità (le partite non durano più di 30 minuti), la semplicità (le regole sono facili e di immediata comprensione) e l’inclusività (tutti i giocatori proseguono fino alla fine della partita). Proliferano poi i giochi di ruolo, anche quelli dal vivo: il più iconico rimane Dungeons & Dragons, che ha debuttato negli anni ’70 ma ha conosciuto un’impennata di vendite proprio durante la pandemia, con guadagno complessivo cresciuto del 33% nell’ultimo anno. Tra gli evergreen vanno citati poi i giochi di miniature come Warhammer (prodotto dalla britannica Game Workshop) – e naturalmente i giochi di carte, il cui capostipite è Magic, il primo gioco di carte collezionabili del mondo.