Categoria: Curiosità

Miti e realtà della GenZ: è davvero così diversa dalle precedenti?

La GenZ è veramente così diversa dalle precedenti? Se i nati a cavallo tra il vecchio e il nuovo millennio vengono descritti come più attenti a sostenibilità ambientale, inclusione e diversità, i dati Ipsos sfatano alcuni miti relativi ai cosiddetti nativi digitali. Ad esempio, se solitamente la GenZ viene narrata come ossessionata dal comportamento etico di marca, pronta a boicottare un’azienda che non rispetta i requisiti di sostenibilità ambientale e sociale, dal punto di vista delle scelte di consumo è la prima consumatrice di ‘fast fashion’, nota per il grave impatto ambientale.
Insomma, la GenZ è un agglomerato eterogeneo, in cui le tracce utopiche si accompagnano alla voglia di protagonismo e individualismo.

Non così green, ma aperti e inclusivi

Secondo lo studio Ipsos Global Trends in Italia i giovanissimi preoccupati per un imminente disastro ambientale sono il 75%, percentuale inferiore rispetto alla media nazionale. Inoltre, non prestano particolare attenzione allo spreco d’acqua, al consumo di energia o di carne. E neanche alla raccolta differenziata.  Ma dal punto di vista valoriale i ragazzi della GenZ  mostrano un approccio sicuramente più globale, aperto e inclusivo. Presentano una maggiore apertura verso i diritti civili, dichiarando un forte sostegno al matrimonio tra persone dello stesso sesso e all’adozione per le coppie omogenitoriali.
Sono anche più inclini a esplorare e adottare una visione più aperta della sessualità e del genere. Infatti, secondo l’indagine globale Ipsos LGBT+ Pride 2023, rispetto ad altre fasce di età sono più propensi a dichiararsi LGBT+ (+18% vs 9%), in particolare, bisessuali o gender-fluid.

Tecnologici e multimediali

Ma una cosa è certa: la GenZ è la prima a essere cresciuta completamente immersa nelle tecnologie digitali. Si tiene al passo con ciò che accade nel mondo soprattutto tramite passaparola, messaggistica, e social. Tuttavia, non rifiuta categoricamente l’informazione, ma sembra maggiormente interessata alle cosiddette ‘soft news’ (intrattenimento, celebrity, formazione, cultura, arte). In generale la dieta mediatica dei GenZ è varia e multimediale, usano mediamente 5-6 mezzi/piattaforme, e secondo il centro di Audience e Media Measurement di Ipsos, i contenuti più graditi sui social sono quelli amatoriali creati da amici (42%) o creator (37%). Non importa che siano prodotti professionalmente, ma che siano autentici e dall’elevato valore di intrattenimento.

La famiglia è più importante del lavoro

Secondo l’indagine elaborata dall’Area Studi Legacoop e Ipsos, la GenZ si distingue poi per un approccio al mondo del lavoro definito da motivazioni valoriali e valutazioni pragmatiche. Nella scala dei valori considerati più importanti, il lavoro è al sesto posto, preceduto da famiglia, amicizia, amore, ma anche divertimento e cultura. Se il trattamento economico è al primo posto (44% GenZ vs 43% campione totale), per la GenZ al secondo posto vengono disponibilità di tempo libero e flessibilità dell’orario, seguita dall’autonomia. Solo al quarto stabilità del lavoro (25% GenZ vs 42%). In sostanza, i giovanissimi cercano un equilibrio tra lavoro e vita privata, e sono inclini a cercare opzioni di lavoro flessibili per adattarsi alle loro esigenze e priorità personali.

Gli italiani e le tasse: oltre i luoghi comuni

Un italiano su 4 (24%) non ha la minima idea di quanto annualmente versa in tasse. Un’inconsapevolezza più accentuata tra i giovani (36% tra i 18-24enni), i disoccupati e coloro che hanno un titolo di studio basso, di cui circa il 40% non sa quante tasse paga. Lo ha scoperto un’indagine svolta da Eumetra, che rileva anche come solo un italiano su 5 sa con precisione quante tasse paga, in particolare i laureati, mentre la maggioranza (54%) dichiara di saperlo in modo approssimativo. Nonostante l’inconsapevolezza circa il proprio contributo fiscale, permane comunque il sentiment negativo in relazione al pagamento delle tasse, spesso riportato anche dai media.

Alcuni miti da sfatare

Il 75% degli italiani ritiene infatti che l’ammontare delle tasse versate sia troppo elevato in relazione ai servizi erogati da Stato ed enti locali. L’insoddisfazione diminuisce però tra chi sa esattamente quanto paga, e il 19% ritiene che la pressione fiscale nel nostro Paese sia equa, in particolare, tra le persone con titolo di studio elevato e che conoscono l’ammontare delle tasse versate. Nel complesso, persistono svariati luoghi comuni che rappresentano però il punto di vista di chi appartiene ai contesti socio-economici legati a un livello di istruzione più basso. Luoghi comuni smentiti presso le fasce di popolazione più consapevoli e istruite, che manifestano una posizione meno critica verso lo Stato e di maggiore apertura verso gli altri.

Italiani divisi

Oltre al luogo comune ampiamente diffuso relativo all’ammontare troppo elevato delle tasse versate, su molte altre affermazioni le risposte non sono così scontate. Ad esempio, relativamente alla giustificazione del mancato pagamento delle tasse in relazione all’incapacità dello Stato di spendere correttamente i soldi incassati gli italiani sono divisi. Il 48% si dichiara molto/abbastanza d’accordo con questa argomentazione (62%, tra chi ha un titolo di studio basso), la restante metà non è di questo avviso. Su questa tematica sembra prevalere un certo disinteresse da parte dei cittadini.
Un altro esempio: se è vero che per 2 intervistati su 3 alcuni non pagano le tasse perché i controlli sono poco frequenti, 1 su 3 non è d’accordo.

Solidarietà civile, questa sconosciuta

Dallo studio emerge inoltre un sentimento di scarsa solidarietà civile: solo metà degli intervistati, infatti, afferma che è giusto pagare le tasse perché così si aiutano i più deboli, aderendo quindi al concetto della ‘redistribuzione’. Questo atteggiamento centrato su di sé e meno sugli altri è più concentrato tra i segmenti meno istruiti. Al contrario, l’adesione al principio della redistribuzione è più elevata tra coloro che hanno maggiore consapevolezza di quanto pagano di tasse.
Nei piccoli centri, specialmente nel meridione, gli intervistati sono poi relativamente più d’accordo nel giustificare l’evasione fiscale. Ma a fronte di una maggioranza che aderisce ai luoghi comuni sulle tasse, e spesso li utilizza come giustificazione per evaderle, una quota significativa, circa il 20%, si ritiene relativamente soddisfatto.

L’inflazione è al primo posto fra le preoccupazioni dei cittadini di tutto il mondo

L’inflazione continua a essere una delle maggiori preoccupazioni per i cittadini, sia in Italia sia a livello internazionale. Secondo l’indagine “What Worries the World”, condotta mensilmente in 29 Paesi, l’inflazione è al primo posto delle preoccupazioni globali per il 15° mese consecutivo, citata dal 40% degli intervistati, segnando solo un punto in meno rispetto a maggio 2023.

Il 30% degli italiani è in allarme per l’aumento dei prezzi

In Italia, il 30% degli intervistati è preoccupato per l’inflazione e l’aumento dei prezzi. Quote simili di cittadini (29%) temono anche la povertà e le disuguaglianze sociali, mentre il 28% è preoccupato per il cambiamento climatico. Tuttavia, la principale preoccupazione in Italia è la disoccupazione, citata dal 38% degli italiani. Nel giugno 2023, l’Osservatorio Inflazione rileva una crescita del pessimismo tra gli italiani riguardo alla propria situazione economica. Le spese energetiche hanno portato a una redistribuzione delle risorse, incidendo sui consumi considerati “comprimibili”. Gli aumenti dei prezzi non hanno portato a rinunce, ma a compromessi nelle abitudini di acquisto. I consumatori cercano promozioni e offerte online, cambiano luoghi di acquisto e fanno scorta di prodotti per mantenere inalterate le proprie scelte di consumo. È però importante sottolineare che ogni categoria di prodotto vede attuare dal consumatore strategie specifiche e differenti che necessitano, dunque, di essere comprese e monitorate.

Il dubbio che sia anche speculazione

Un aspetto significativo riguarda la crescente percezione che gli aumenti dei prezzi siano speculativi, sia da parte delle aziende produttrici e fornitori di materie prime, sia dalla distribuzione. Questo fenomeno sta emergendo in modo più evidente e richiede attenzione da parte delle aziende. 

Un certo ottimismo sul futuro

Nonostante le preoccupazioni riguardo all’inflazione, gli italiani si dimostrano leggermente più ottimisti sul futuro. Si aspettano una stabilizzazione generale dei prezzi, ma temono ancora incrementi in alcune categorie di prodotti specifici, come i carburanti e le utenze. In sintesi, l’inflazione rappresenta una sfida significativa per i cittadini italiani, che stanno adottando diverse strategie per mantenere i loro livelli di consumo, ma rimangono preoccupati riguardo agli aumenti dei prezzi e alle loro implicazioni economiche.

Vacanze: italiani rinunciano per questioni di budget

In due anni il numero di italiani che andrà in vacanza cala del 10%, e sulla scelta di rinunciare alle ferie estive pesano i problemi economici (16%). Dopo il record del 2021, quando il 71% degli italiani era intenzionato a partire per le ferie estive, nel 2022 il dato è sceso al 65% e quest’anno si ferma poco sotto il 62%. Secondo i risultati della quarta edizione della ricerca condotta da YouTrend per conto di Wonderful Italy, per il 69% degli intervistati sulla scelta di andare in vacanza influisce il rincaro dei prezzi, il 65% indica l’aumento dei tassi di interesse sui mutui e sui prestiti, mentre le preoccupazioni relative al lavoro e ai cambiamenti climatici pesano rispettivamente per il 37% e per il 39%.
“L’estate scorsa si sono affacciate nuove emergenze sociali – sottolinea Michele Ridolfo, Ceo e co-founder di Wonderful Italy -. Quest’anno i maggiori fattori di influenza sono di natura economica, con l’inflazione al primo posto”.

Problemi diversi per cluster di età

Non tutti i cluster demografici dimostrano però lo stesso atteggiamento. La fascia di età compresa tra 35-54 anni è più preoccupata per il lavoro rispetto alle fasce under35 e over54, e anche i problemi economici non legati all’inflazione vedono maggiormente coinvolta la fascia anagrafica centrale.
Per il 72% delle persone tra 35-54 anni, la situazione finanziaria incide sulla scelta delle vacanze, mentre per gli under 35 il dato si ferma al 65% e per gli over54 al 60%. Sempre ai vertici delle preferenze, le sistemazioni in albergo e nelle case vacanza, quest’ultime preferite da 1 italiano su 3, al primo posto nella fascia under35, e in forte crescita per gli over54.

Gli over55 preferiscono varcare i confini

Quanto all’estero, nell’estate 2023 continua a crescere la quota di italiani che sceglie l’estero al posto dell’Italia. Nel biennio 2020 e 2021, a causa della crisi pandemica, meno dell’8% degli italiani aveva lasciato i confini nazionali. Nel 2022, la percentuale era salita al 12% e quest’anno segna un ulteriore salto in avanti al 18%. L’estero è in crescita in tutte le fasce di età, ma in particolare nella fascia più senior. Lo scorso anno, solo il 3% degli over55 aveva optato per una vacanza estiva fuori dai confini nazionali, mentre quest’anno la quota è quadruplicata (12%).

Il mare regna incontrastato, ma perde 5 punti rispetto al 2022

Come effetto della situazione economica, se nel 2022 il 38% degli intervistati dichiarava di volersi recare in destinazioni a oltre 500 km, quest’anno la quota si ferma al 28%.
Crescono molto le destinazioni a media distanza (tra 100 e 250 km) che passano dal 19% al 24%, mentre in termini di destinazione, il mare resta incontrastato, ma perde 5 punti rispetto al 2022, dal 74% delle preferenze al 69%. A beneficiare di questa contrazione, riferisce Adnkronos, sono le altre tipologie di destinazione: la montagna, che passa dal 13% al 15%, la campagna, dal 2% al 4% e il lago, dall’1% al 3%. Restano stabili le città d’arte (6%), che nel biennio 2020-2021 hanno conosciuto il massimo della popolarità.

Carrelli più leggeri e prezzi più pesanti: ma non per tutti i prodotti

Inflazione e aumento del costo della vita costringono gli italiani a ripensare la propria shopping strategy. Di conseguenza, il carrello della spesa diventa più leggero, ma più ‘pesante’ in termini di costi, ma in funzione delle tipologie di prodotti e della capacità di spesa dei consumatori.
Emerge dalla nuova edizione dell’Osservatorio Immagino di GS1 Italy. L’Osservatorio monitora l’evoluzione della composizione e delle vendite in valore e volume di 12 panieri, tra food e non food, sulla base dei claim, delle certificazioni, dei loghi e delle icone presenti sulle etichette.
Il report misura i trend di vendita tramite i dati elaborati da NielsenIQ su venduto e consumo nella GDO, analizzando l’andamento delle vendite di quasi 133mila prodotti di largo consumo, tra food & beverage, petcare, cura casa e cura persona. Prodotti che nel 2022 hanno sviluppato oltre 43 miliardi di euro di sell-out, l’82,1% delle vendite realizzate da supermercati e ipermercati italiani.

I claim healty aumentato le vendite

“Tra i principali panieri analizzati dall’Osservatorio Immagino i claim relativi al basso tenore di zuccheri, alla ricchezza in proteine e all’assenza di lattosio hanno aumentato le vendite anche in volume e non solo a valore – spiega Marco Cuppini, research and communication director GS1 Italy -. Evidentemente le caratteristiche di questi prodotti sono talmente importanti per i consumatori da non modificarne i comportamenti di acquisto”.

Per le fasce di prezzo più basse diminuiscono i volumi 

“La storica e radicata difesa della qualità del cibo messa in atto dagli italiani ha faticato a reggere l’urto dei fenomeni così impattanti che hanno caratterizzato gli ultimi 12 mesi – aggiunge Cuppini -. Sono aumentati i prezzi e si è cominciato a vedere in modo netto come siano diminuiti i volumi, anche se in maniera diversa fra fasce di prezzo, con quella più bassa che ha mostrato la maggior sofferenza”.

Panieri Food e non food che non subiscono “tagli”

Nel food i panieri che non hanno subito ‘tagli’ sono Italianità, Free from, Rich-in, Intolleranze e Lifestyle, mentre tra i loghi e certificazioni, bollini, indicazioni e claim che forniscono garanzie precise, come la bandiera del paese d’origine, il logo EU Organic o le certificazioni in materia di Corporate Social Responsibility, come Fairtrade, Friend of the sea, FSC e Sustainable cleaning.
Inoltre, gli Ingredienti benefici, il Metodo di lavorazione, la Texture dei prodotti, e il Petcare in generale. E nel non food, Cura casa green, e Cura persona, in particolare, health&beauty.

Attacchi informatici, quando l’anello debole è il manager

Probabilmente è vero che i cybercriminali sono sempre più astuti e creativi, ma è altrettanto vero che spesso è la controparte a rivelare i propri punti deboli. La realtà degli attacchi informatici, infatti, è giù semplice di quanto si pensi, anche se non meno pericolosa: il fattore umano è coinvolto in tre incidenti informatici su quattro. Lo afferma il 16° Rapporto sulle Violazioni dei Dati, pubblicato da Verizon Business.

L’ingegneria sociale serve a individuare le vulnerabilità umane

Le tecniche utilizzate diventano sempre più sofisticate, ma alla base ci sono sempre le “debolezze” umane. Parliamo di ingegneria sociale, ovvero la capacità di sfruttare la vulnerabilità umana a proprio vantaggio. Ad esempio, il phishing, una tecnica utilizzata dagli hacker per ingannare le vittime e convincerle a cliccare su link o allegati dannosi. Chiunque faccia parte di un’organizzazione può, con un piccolo errore, causare danni enormi. Questo vale per dipendenti, collaboratori, proprietari e dirigenti. 

I manager possono essere una “minaccia”

In particolare, secondo Chris Novak, Direttore Generale di Cybersecurity Consulting di Verizon Business, “i top manager rappresentano una minaccia crescente per la sicurezza informatica. Da un lato, perché sono in possesso dei dati più sensibili delle aziende, e dall’altro, perché spesso sono meno protetti, dato che molte aziende fanno eccezioni ai protocolli di sicurezza appositamente per questi ruoli”. Per questo motivo, oltre alla formazione tradizionale del personale, le aziende dovrebbero rafforzare la protezione per le figure apicali al fine di prevenire costose intrusioni nel sistema.

Furto di credenziali e phishing le tecniche più frequenti

Gli attaccanti informatici utilizzano diverse tecniche per ottenere accesso alle aziende: credenziali rubate (49%), phishing (12%), sfruttamento delle vulnerabilità (5%). È sempre più comune che gli hacker si fingano dipendenti per estorcere denaro alle vittime, un attacco noto come Business Email Compromise (BEC). Secondo il Centro di Reclami per i Crimini su Internet, l’importo mediano rubato con il BEC ha raggiunto i 50.000 dollari.
Il rapporto di Verizon Business conferma l’importanza dei ransomware, virus che crittografano i dati delle aziende e richiedono un “riscatto” per ripristinarli. Questa tecnica di attacco è diventata sempre più frequente e costosa. Negli ultimi due anni, il numero di attacchi ransomware è stato superiore alla somma degli attacchi degli ultimi cinque anni messi insieme.

I ransomware rappresentano un quarto di tutte le violazioni

Nel 2023, i ransomware hanno rappresentato un quarto di tutte le violazioni prese in esame. Il valore di un attacco di questo tipo è più che raddoppiato negli ultimi due anni, arrivando a 26.000 dollari. Nonostante lo spionaggio riceva grande attenzione mediatica, anche a causa delle attuali tensioni geopolitiche, solo il 3% dei criminali è spinto da questa motivazione. Nella stragrande maggioranza dei casi (97%), l’obiettivo è il profitto economico.

Turismo 2023, parola chiave: sostenibilità

Il 2023 promette di essere un anno molto positivo per l’industria del turismo, con tassi di crescita elevati. La novità di questa nuova stagione è un fattore sempre più centrale nelle scelte di viaggio: la sostenibilità. Secondo un’indagine condotta dal Centro di ricerca sulla televisione e gli audiovisivi (CeRTA) e Cattolica per il Turismo, in collaborazione con Publitalia ’80, oltre il 70% dei viaggiatori italiani, europei e americani considera le scelte di viaggio sostenibili sempre più decisive. E proprio la sostenibilità influenza la scelta delle destinazioni per le oltre 200 milioni di presenze turistiche previste in Italia.

La tutela dell’ambiente è una priorità, anche in vacanza

Il ministro del Turismo, Daniela Santanchè, ha sottolineato che il turismo sostenibile non è solo una tendenza, ma una scelta consapevole fatta da un numero crescente di persone, nonché una necessità per preservare l’ambiente e le comunità. Mentre l’Italia ha un vantaggio in termini di sostenibilità culturale grazie alla ricchezza e alla diversità del suo patrimonio artistico, storico, architettonico, enogastronomico e paesaggistico, è necessario migliorare la sostenibilità ambientale. Ad esempio, l’attenzione alle tradizioni locali e ai prodotti enogastronomici tipici sono in linea con le tendenze attuali, ma ci sono ampi margini di miglioramento per quanto riguarda l’utilizzo di mezzi di trasporto a basso impatto ambientale e l’ecosostenibilità delle strutture ricettive.
Il ministro Santanchè ha sottolineato la sfida futura di rendere il turismo la principale industria della nazione, in cui la comunicazione può svolgere un ruolo cruciale nell’attrattività dei territori e nella percezione della sostenibilità dei luoghi. È necessario anche aiutare gli operatori turistici a diversificare l’offerta.

Sarà l’anno delle crociere

L’industria delle crociere prevede un anno record nel 2023, non solo in Italia, ma in tutto il mondo. Leonardo Massa, managing director Italia di MSC Crociere, ha affermato che prevedono risultati superiori ai livelli pre-pandemia, sia in termini di numero di ospiti a bordo sia di soddisfazione degli ospiti. MSC ha dedicato importanti investimenti alle tecnologie e alla sostenibilità, adottando approcci “green” che coinvolgono tutte le fasi di gestione delle navi da crociera, compreso la preparazione dei pasti, la gestione delle acque e dei rifiuti e l’impatto sull’ambiente marino. L’intermodalità tra i diversi mezzi di trasporto è fondamentale per garantire una vera sostenibilità nel settore delle crociere.

L’Italia si conferma la regina del turismo

L’Italia rimane una delle destinazioni più gettonate in Europa grazie al suo considerevole patrimonio artistico-culturale. Nel 2022, il settore turistico italiano ha registrato un avvicinamento ai livelli pre-pandemia, trainato sia dalla domanda interna che da una forte accelerazione della domanda estera. L’81% degli intervistati in Italia, Europa e USA afferma che nel 2023 viaggerà tanto o più rispetto al 2022, indicando una prospettiva di crescita per il settore turistico. La sostenibilità svolgerà un ruolo strategico in questa ripresa, poiché il 72% delle scelte di viaggio è influenzato da criteri di sostenibilità ambientale, economica e culturale. Questo influenzerà oltre 200 milioni di presenze turistiche in Italia e si prevede che la rilevanza della sostenibilità continuerà a crescere nei prossimi anni.

Come festeggiare il compleanno di un ragazzo che ama il parkour?

Il parkour è uno sport che richiede molta abilità, forza e agilità.

Se stai cercando un modo originale e divertente per festeggiare il compleanno di un ragazzo appassionato di parkour, ci sono parecchie possibilità tra cui scegliere…vediamo di seguito quali.

Una sessione di parkour in palestra

Una delle idee più indovinate per festeggiare il compleanno di un ragazzo appassionato di parkour è sicuramente quella di organizzare una sessione di parkour in palestra.

Molti centri sportivi e palestre offrono corsi di parkour e sessioni di allenamento per principianti ed esperti, così come alcune location per feste di compleanno.

Una sessione di parkour indoor è infatti è un’ottima occasione per mettere alla prova le abilità dei ragazzi e per imparare nuove tecniche sotto la guida di un istruttore esperto, all’interno di un ambiente sicuro.

Assicurati di scegliere una palestra che abbia ottime recensioni e che disponga di istruttori qualificati ed esperti.

Inoltre, verifica che la palestra abbia un’adeguata attrezzatura di sicurezza, come tappeti e protezioni sulle pareti.

Una sessione di parkour in città

Se il festeggiato è appassionato di parkour, è già abbastanza esperto e vuole sperimentarlo al di fuori della palestra, una sessione in città potrebbe essere la scelta giusta per il suo compleanno.

Quella in un contesto cittadino sarebbe un’esperienza unica e divertente che consente di scoprire nuovi luoghi e di mettere alla prova le proprie abilità in un ambiente urbano.

Chiaramente la scelta del percorso è fondamentale per garantire la sicurezza e la qualità dell’esperienza di parkour.

Assicurati di sceglierne uno che sia adatto al livello di abilità dei ragazzi e che non comporti rischi eccessivi. Inoltre, verifica che il percorso sia accessibile e che non ci siano restrizioni legali o di sicurezza.

Assicurati di pianificare tutto in anticipo e di verificare la disponibilità di eventuali attrezzature di sicurezza necessarie, come caschi e guanti.

Una sessione di parkour all’aperto

Se il festeggiato ama la natura e vuole praticare il suo sport preferito circondato dal verde, una sessione di parkour all’aperto potrebbe essere una grande idea per il suo compleanno.

Una sessione di parkour all’aperto consente infatti di mettere alla prova le proprie abilità in un ambiente naturale e di godere della bellezza del paesaggio.

Anche in questo caso, la scelta del luogo è fondamentale per garantire la sicurezza e la qualità dell’esperienza di parkour, muoviti in anticipo per vagliare più percorsi senza fretta.

Assicurati di scegliere un luogo che sia adatto al livello di abilità dei ragazzi che parteciperanno e che non ci siano rischi eccessivi. Inoltre, verifica che il luogo sia accessibile a tutti e facile da raggiungere.

Una gara a tempo o punti

Se chi compie gli anni ama la competizione e vuole mettere alla prova le proprie abilità sfidando gli amici, una gara di parkour potrebbe essere una bellissima idea per il suo compleanno.

Una gara consente di creare delle bellissime sfide tra amici e di dimostrare le proprie abilità in un ambiente competitivo e divertente.

In particolare, la scelta del formato di gara è fondamentale per garantire a tutti la giusta dose di sfida e divertimento.

Puoi scegliere un formato di gara a tempo, in cui i partecipanti devono completare un percorso ad ostacoli nel minor tempo possibile, oppure un formato di gara a punti, in cui i partecipanti vengono giudicati sulla base della loro abilità e creatività.

Una volta individuato il formato di gara più adatto, potrai organizzare la gara per il compleanno del ragazzo.

Assicurati di definire le regole della gara in modo chiaro e preciso e di preparare il percorso e le attrezzature necessarie. Inoltre, assicurati di avere un giudice esperto per valutare le prestazioni dei partecipanti.

Conclusione

Se tuo figlio ama il parkour, oppure il ragazzo per il quale ti appresti ad organizzare la festa di compleanno, ci sono tante opzioni a tua disposizione per rendere questo giorno ancora più spensierato e divertente.

Scegli il giusto ambiente in cui organizzare questa simpatica competizione, che può avvenire sia in un ambiente indoor che all’aperto, e assicurati di definire le regole della gara per consentire a tutti di divertirsi ancora di più.

Perchè in Italia si diffonde l’uso dei servizi VPN?

Negli ultimi anni anche in Italia sta crescendo rapidamente l’uso delle tecnologie avanzate. Ma dove ci sono internet e connessioni wireless, c’è il problema del crimine informatico. Le statistiche parlano chiaro: negli ultimi anni il cybercrimine è diventato un problema tra i più gravi in Italia. Nel periodo ottobre-dicembre 2021 l’Osservatorio Cybersecurity di Exprivia ha registrato 454 attacchi hacker, con un aumento del 66% rispetto al trimestre precedente, e quasi il doppio rispetto all’anno precedente.
Si tratta di attacchi rivolti soprattutto a banche e siti di grandi aziende, ma anche a singoli cittadini. Per questo motivo l’industria è passata al contrattacco, con soluzioni di protezione per difendersi dai malintenzionati, e le VPN stanno svolgendo la parte del leone. E gli italiani stanno iniziando a usarle.

Cosa sono e a cosa servono?

VPN significa Rete Virtuale Privata. Chi scarica l’applicazione VPN si ritrova con un programma installato su computer o smartphone, che permette di mascherare la propria attività online e criptare i dati trasmessi attraverso la rete, prevenendo quindi cyberattacchi e furti di identità online. I nostri dati sono infatti facilmente intercettabili. soprattutto usando le connessioni wireless. Basta un programma apposito e quasi chiunque può rintracciar e i dati mentre ‘escono’ dal nostro computer o smartphone e si ‘infilano’ nei server dell’Internet provider.

Criptare i dati e renderli illeggibili

Questa è la prima funzione delle VPN. Tramite un protocollo di trasmissione particolare, denominato tunneling, un servizio VPN codifica i dati in uscita utilizzando chiavi ad alta sicurezza, impossibili da decifrare per un ‘normale’ hacker. Questi dati potrebbero essere le credenziali per accedere alla nostra banca, alla nostra posta privata, alle nostre cartelle sanitarie: insomma, la nostra privacy potrebbe essere in pericolo. Se qualcuno riesce a intercettare dati criptati vede invece solo un mare di bit. Inoltre, le VPN permettono di ingannare l’Internet provider facendo apparire la sede della nostra connessione in un altro paese. 

Nascondere la posizione

Diversi paesi bloccano alcuni siti, come la Cina e la Russia. Se per qualche motivo fossimo lì non potremmo accedere a Facebook, ad esempio. Con una VPN invece riusciremo a farlo, perché questa fa credere al sistema che la connessione avvenga in un altro paese, come la Germania, dove non ci sono limitazioni. Questi sono solo due degli aspetti fondamentali delle VPN e del perché siano così importanti, riporta Adnkronos. E gli italiani, che le hanno scoperte recentemente, hanno iniziato a usarle per proteggere la propria navigazione. Una raccomandazione però è necessaria: evitare le VPN gratuite. Proprio perché una VPN serve a difendersi da minacce online è meglio che sia professionale.

Estate 2022: 28.6 milioni di italiani sono andati in vacanza

Una rinnovata voglia di viaggiare contraddistingue l’estate 2022. Sono 28,6 milioni gli italiani che tra giugno e settembre hanno trascorso almeno una notte fuori casa. L’85% ha scelto l’Italia, privilegiando Puglia (13%), Sicilia (10%) e Toscana (9%). Il 12% ha invece viaggiato in Europa, con Spagna, Francia e Grecia le mete più gettonate.
I viaggi sono stati poi organizzati almeno un mese prima della partenza da due traveller su 3, mentre il 35% ha puntato su opzioni last minute. Chi non è partito lo ha fatto per motivi economici (50%): per una situazione economica non favorevole (55%), o per risparmiare (45%). Il 28% si è comunque concesso gite in giornata ed escursioni.
È quanto emerge dall’Osservatorio sul Turismo Nomisma-Unicredit.

Mete più gettonate e ragioni per cui si parte

Le mete predilette sono state quelle marine (59%), seguite da montagna (12%), grandi città d’arte (9%), borghi a vocazione culturale (6%), o paesaggistica (6%).  Per gli italiani le vacanze estive si sono confermate un’occasione per stare con la famiglia (59%) o con gli amici (17%), ma anche un pretesto per dedicare momenti a sé stessi (16%) o stringere nuove amicizie (6%).
Le vacanze 2022 sono state all’insegna del relax per il 62% dei viaggiatori, che per descrivere le vacanze evocano il contatto con la natura (46%), i piaceri legati all’enogastronomia locale (39%), la cultura (23%) e il divertimento (13%). 

Cosa piace della struttura ricettiva

Delle località visitate gli italiani hanno apprezzato soprattutto l’offerta enogastronomica (24%), l’attenzione dedicata ad ambiente e sostenibilità (24%), l’offerta culturale (19%), e l’attenzione degli operatori verso le esigenze del turista (19%).  A incidere sulla soddisfazione per la struttura ricettiva sono state soprattutto cortesia e competenza dello staff (67%), e la presenza di una connessione veloce (53%).  Feedback positivi poi per la posizione strategica rispetto a luoghi di interesse (61%) e le condizioni e lo stato della struttura (60%). 
Inoltre, 1 ospite su 4, ha apprezzato la proposta di gite e escursioni, il 24% la qualità del servizio ristorazione, e il 22% la presenza di menu in grado di rispondere a esigenze e stili alimentari.

Le difficoltà degli operatori

Il 67% degli albergatori denuncia criticità nello svolgimento della propria attività, e il 6% pensa di non riuscire a garantire l’apertura nel corso del 2023. Inflazione e interruzioni nelle catene di approvvigionamento i principali ostacoli: il 90% degli operatori lamenta l’aumento dei costi legati all’energia, il 70% l’incremento dei prezzi, il 20% difficoltà nel reperire materie prime e il 18% ritardi nelle consegne. A questo si aggiungono una minore capacità di spesa da parte dei turisti (56%) e una domanda ancora sotto i livelli pre-pandemici. Inoltre, il 39% fatica a reperire personale, mentre il 27% sottolinea l’incremento del costo del lavoro. L’81% però sta già adottando strategie per gestire le difficoltà: innalzando i prezzi di camere (75%) e servizi (43%) o riducendo i mesi di apertura (34%).