L’arredo italiano è in buona salute. Digerita la lezione Ikea, multinazionale svedese che ha saputo vendere su larga scala quel concetto di mobile nato proprio in Italia, il comparto ha chiuso in positivo il 2016, e analizzando i numeri s’intuisce subito che il successo deriva dall’export. Le aziende italiane hanno capito che la partita in questo settore chiave del made in Italy deve giocarsi sulla qualità, il valore aggiunto del prodotto e un graduale spostamento verso i segmenti più remunerativi del mercato. Il proverbiale design italiano, l’innovazione e l’intraprendenza delle aziende nostrane, hanno consentito nel 2016 una crescita delle esportazioni dell’arredo pari al +2%. I principali incrementi di export si sono registrati in Usa (+8,8%) e Spagna (+8,5), e all’orizzonte s’intravedono nuove sfide e mercati da esplorare, come quello iraniano.

L’andamento delle esportazioni del segmento cucine è sopra la media del mobile made in Italy, un fattore che autorizza a pensare all’alto valore d’immagine che l’Italia ha saputo creare intorno al mondo dell’agroalimentare, della ristorazione e dei settori ad essi legati, come i casalinghi, l’utensileria e i piccoli elettrodomestici. L’arredo italiano, dunque, continuerà a insistere lungo le direttrici del design, dell’originalità, della tecnologia e dell’innovazione nei materiali e nei processi produttivi. Penserà sempre più all’export, a come riconquistare il mercato russo, colpito nel 2015 dalle sanzioni economiche dell’Ue. Un mercato ghiotto di arredamento made in Italy, costituito da oltre 20 milioni di famiglie benestanti, e da un pubblico curioso che si è riversato all’ultimo Salone World Wide di Mosca ad ammirare i nuovi prodotti di oltre 200 aziende italiane, che hanno retto meglio dei competitor la perdita di quota di mercato dovuta alle sanzioni in Russia, e che ora vogliono essere le prime a ripartire.

Ma non c’è solo lusso e alto di gamma a guidare la riscossa dell’arredo italiano. L’e-commerce consente nuove formule e proposte low cost, e alcuni mobilifici riescono a indirizzare la loro offerta alla stessa ampia clientela che di solito sceglie Ikea ma, essendo un po’ stufa di ritrovare i medesimi arredi nelle case di amici e parenti, cerca un maggior grado di originalità pur rimanendo nella stessa fascia di prezzo. Un’azienda che viene in mente, ad esempio, è I Grandi Maestri, che vanta un catalogo strutturato su tavoli, sedie, sgabelli, chaises lounges, librerie, poltrone e divani ispirate dichiaratamente al Bauhaus, scuola di design e architettura nata in Germania nel 1919 e ispirata al funzionalismo e al razionalismo.